Fast and Furious 8, eccoci qua. Questa settimana facendomi coraggio, sono andata a vedere Fast 8, l’ottavo, si, ne han fatti otto episodio della serie, già…
Dire che probabilmente questo tipo di pellicole ipercinetiche, tipo videogame non son adatte a gente della mia età sarebbe sbagliato e riduttivo: sono sicura infatti che storie che incassano oltre il miliardo di dollari per capitolo, non piacciano solo ad un pubblico di adolescenti.
Probabilmente son io che non riesco più a trovare piacere nel guardare una Lamborghini sfuggire sul ghiaccio ad un sommergibile nucleare che le lancia contro missili esplosivi, un mio limite.
Chiaramente non ho visto tutti gli atti della saga iniziata nel tardo 2001, sapevo della morte di Paul Walker due anni fa, sapevo che The Rock era presente in veste di poliziotto praticamente superumano, resistente anche a proiettili ed esplosioni, sapevo che la recitazione di Vin Diesel ormai si limita a digrignare i denti e strabuzzare gli occhi, o cambiare le canottiere, non ero pronta tuttavia a trovarmi di fronte una Charlize Theron liscia, quasi inespressiva in maniera assai sospetta, nel ruolo della cattiva terrorista cibernetica.
Non ero pronta a due ore di cinema dove non conta la storia, il plausibile, anzi il verosimile, è un fastidioso scoglio da aggirare, pur di realizzare sequenze sempre più spettacolari e frenetiche.
Potremmo dire che qui il prodotto è un mix tra lo spionaggio super tecnologico degli ultimi Bond ed i supereroi indistruttibili della Marvel.
Potremmo dire che tutto ha come finalità l’azione, l’intrattenimento, l’adrenalina pura, potremmo dirne tante ma io, dopo un tempo m’ero già molto rotta i corbelli.
Se penso che dopo un giorno ha già incassato 250 milioni di dollari che i produttori ne vogliono mettere in cantiere altri tre, che dire?
Forse, come genitore dovrei cercare di capire, d’immedesimarmi di più ma non vedo grosse alternative a questo tipo di cinema per i ragazzini più giovani ma non è questo il posto per inutili pistolotti o sermoni.
Fast and furious 8 e la sua fortuna sfortuna
La sua sfortuna? Si, per me la sua più grande sfortuna è quella che invece può sembrare la sua forza, essere la principale serie della Universal e poter permettersi tutti quei soldi da spendere.
Mentre all’inizio le corse erano la principale attrazione del film, pur essendo spettacolari, ricercavano il realismo delle vere corse clandestine, il dilemma tra l’adrenalina e il pericolo. Tutto senza trascurare un input da film poliziesco. Oggi più che altro sembra un vero e proprio spettacolo pirotecnico, e la competizione è verso i capitoli precedenti, diventando sempre più assurdo.
Il film nel suo tutto sa di essere assurdo, perfino i personaggi non si prendono mai sul serio, e poco importa se un personaggio muore, tutto deve finire schiacciato da una barzelletta, rovinando la forza di quello che appena si è visto. Il significato di tutto viene sminuito, anche quello di un tradimento, e se per i personaggi tutto poco importa, figuriamoci per lo spettatore.
I migliori momenti del film? Quelli degli inseguimenti delle auto, come quello per le strade di New York, che ti riporta ai primi film, che ti fa fantasticare di essere tu alla guida di quelle auto. Solo le macchine si salvano.
Il film dunque, nonostante me, guadagnerà molto, non sarà ultimo capitolo, vedremo altre canotte, macchine truccate e sottomarini che inseguono fuoriserie sul ghiaccio, anzi vedrete… io passo.