Violenza sulle donne, la guerra di genere

Oggi quando parliamo di violenza sulle donne, ci sembra di vivere una vera e propria guerra di genere. Queste sono le parole che mi hanno toccato nell’incontro con il dott. Fabio Roia, Magistrato e Presidente di sezione del Tribunale di Milano per la presentazione del suo libro “Crimini contro le donne – Politiche, leggi, buone pratiche”. promosso della Casa delle donne di Viareggio.

Il dottore Fabio Roia, insieme all’avvocata Manuela Ulivi della Casa delle donne maltrattate di Milano CADMI hanno raccontato della loro lunga battaglia in difesa delle donne maltrattate e di come, ancora oggi, questa violenza di genere, invece di calare, sembra addirittura crescere visto i datti allarmanti degli ultimi anni.

I dati sono allarmanti, in Europa una donna su tre subisce violenza fisica o sessuale, in Italia 1 donna uccisa ogni 60 ore, dal 2000 fino ad oggi 3000 donne sono state uccise, l’ 81% dentro le mure domestiche secondo i dati del Viminale. Gli orfani da femminicidio oggi sono 1600.

Secondo il magistrato Fabio Roia la principale arma contro il femminicidio é la presenza dei centri anti-violenza preparati sul territorio, l’Unione Europea raccomanda un Centro antiviolenza ogni 10.000 persone e un centro d’emergenza ogni 50.000 abitanti, quindi in Italia dovrebbero esserci 5.700 posti letto e invece ce ne sono solo 500.

Per questo decisioni come quelle del comune di Viareggio di vendere l’immobile dove oggi si trova la Casa delle donne di Viareggio, che ospita al suo interno l’unico Centro antiviolenza di tutta la Versilia, è un atteggiamento offensivo verso tutte le donne, perché ignora tutte le problematiche attuale. Decisione che passa sopra al benessere dei cittadini, ingiustamente presa senza prima aprire un dialogo con l’associazione.

L’importanza dei centri anti violenza non si limita soltanto al sostegno delle donne e figli vittime di maltrattamenti, basti pensare al numero crescente di uomini violenti che chiedono aiuto e vogliono iniziare un percorso di cambiamento. Solo nel Trentino dal 2002 al 2017, 109 uomini sono stati aiutati e hanno fatto un percorso di recupero e di “fuoriuscita” dalla violenza, che dura mediamente di 6 mesi-1 anno. Dal 2015 al 2017 sono circa un migliaio di uomini che hanno contattato i centri anti-violenza e chiesto aiuto e hanno la intenzione di fare un percorso di cambiamento.

La violenza sulle donne è un problema di tutti e i centri anti-violenza preparati e attrezzati sono fondamentali, dove le donne maltrattate e i loro figli possono ricevere l’aiuto di professionisti preparati. Il 50% degli uomini violenti hanno subito o assistito a atti di violenza da piccoli.

 

Violenza sulle donne, come chiedere aiuto

Il primo presidio d’aiuto alla donna sono i centri anti-violenza. Soltanto il 5% delle donne vittime di violenza si rivolgono su scala nazionale ai centri violenza e dobbiamo cambiare questa cultura, le donne devono imparare a chiedere aiuto e a denunciare i maltrattamenti.

Le donne vittime devono smettere di aspettare che il partner violento cambi, perché anche questi hanno bisogno di un aiuto e non cambieranno mai da soli.

L’importanza dei centri anti-violenza è fondamentale perché assiste la  donna che ancora non è pronta alla denuncia e quelle che hanno già denunciato, perché solo la denuncia non basta, la vittime di violenza ha bisogno di aiuto concreto, forte e deciso. Nei centri anti-violenza la donna trova l’interlocuzione, comprensione e dialogo senza subire giudizi, da vari professionali che la aiuteranno ha individuare una strategia comune per un cambiamento. Da sole non si esce dal circolo di violenza.

 

Come combattere la violenza sulle donne

Come abbiamo già detto prima i centri anti violenza e le Case delle donne che offrono un supporto preparato sono fondamentali. La necessità della specializzazione di avvocati e magistrati è stato uno degli elementi principali secondo il magistrato Fabio Roia.

La violenza sulle donne deriva da un problema culturale e strutturali profondo, dal tardivo cambiamento delle legge come il divorzio e esclusione di cause di delitto d’onore, abolita soltanto nel 1981. E ancora oggi abbiamo bisogno di una magistratura, avocati  e forza dell’ordine preparata e specializzata nella violenza domestica.

Per il cambiamento culturale abbiamo bisogno di coinvolgere le istituzioni, l’azienda sanitaria, la magistratura, le associazioni, le scuole. Per questo atteggiamenti come quelli del comune di Viareggio, dove il lavoro attento e dedicato di lunghissima data della Casa delle donne viene maltrattato e poco considerato è inammissibile.

Petizione on-line per salvare la sede della Casa delle donne di Viareggio

“Il Comune di Viareggio, senza un confronto con l’associazione, ha deciso di mettere in vendita l’immobile. Non ha proposto ad oggi nessuna alternativa, non dialoga con l’associazione, lasciando centinaia di donne nell’incertezza.
Chiediamo che la Casa delle Donne di Viareggio ed il Centro antiviolenza L’una per l’altra rimangano nella sede storica, conosciuta e riconosciuta da tutte le donne della Versilia, per continuare ad operare a fianco delle donne ogni giorno.
In alternativa, tolga la Casa dalla lista dei beni vendibili e riapra la trattativa con le donne della Casa per un eventuale altro immobile.”

Firma la petizione su Change.org 

 

 

 

 

 

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